La correlazione tra problemi respiratori e l’uso del toner nelle stampanti laser è un argomento ricorrente che ha trovato spazio anche nelle trasmissioni televisive e nelle rubriche giornalistiche. Famosissima è l’inchiesta condotta nel 2015 dalla trasmissione televisiva “Lei Iene” nella quale vengono intervistati un operatore scolastico e un tecnico riparatore che a seguito della prolungata esposizione alle polveri di toner avevano sviluppato problemi respiratori (https://www.youtube.com/watch?v=-1QG6JjyLdg). Nella stessa inchiesta viene fatto analizzare un campione di toner da un laboratorio chimico. L’esito delle analisi rivela un preoccupante contenuto di metalli pesanti tra cui cromo, nichel e rame oltre, ovviamente, al carbone che è il componente principale della miscela.
Sebbene non esistano studi che dimostrino una correlazione tra lo sviluppo di tumori e l’inalazione di polvere toner, leggendo la composizione chimica del toner il buon senso ci porta a dire che respirare queste polveri non può fare bene alla nostra salute. Bisogna inoltre considerare che il processo di stampa laser dà origine ad altri agenti chimici, come l'ozono e composti organici volatili tra cui il selenio e il cadmio. La presenza di ozono in prossimità delle stampanti laser si può avvertire già a basse concentrazioni a causa del tipico odore acre. A concentrazioni superiori l’ozono ha un’azione irritante per gli occhi e per le mucose, e può causare irritazioni delle vie respiratorie, tosse e difficoltà nella respirazione.
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Senza addentrarci troppo nel funzionamento della tecnologia di stampa laser, accenniamo solamente al fatto che il toner viene formulato in maniera tale da sciogliersi facilmente al calore e imprimersi sulla carta in maniera duratura nel tempo. Il toner deve avere anche la capacità di caricarsi elettricamente (carica elettrostatica) per depositarsi sul drum (tamburo di stampa) e formare l’immagine o il testo da stampare sulla carta.
La polvere toner è una miscela composta principalmente da carbone, metalli e resine. I metalli, che abbiamo già menzionato nell’introduzione di questo articolo, svolgono varie funzioni tra cui la pigmentazione, la funzione elettrostatica e la durevolezza nel tempo. Le resine invece conferiscono la necessaria plasticità che permette al toner di sciogliersi sotto il calore prodotto dal fusore della stampante. In definitiva il toner è composto principalmente dai seguenti materiali:
Tuttavia, la composizione chimica del toner non è standard e varia in base al produttore, al tipo di stampante e al tipo di utilizzo (nero o pigmentato).
Se svolgi un lavoro d’ufficio, con molta probabilità utilizzi quotidianamente una stampante laser o una fotocopiatrice. Inoltre, l’abbassamento dei prezzi delle stampanti laser ha favorito l’impiego di questa tecnologia anche in ambito domestico, quindi è molto probabile anche a casa tua sia presente una stampante laser. Per ridurre i rischi derivanti dall’inalazione delle polveri sottili del toner è bene utilizzare alcune precauzioni. La SUVA, un’azienda svizzera indipendente che opera nel settore della sicurezza del lavoro, suggerisce di adottare le seguenti misure di sicurezza:
La sostituzione del toner è un’operazione delicata poiché l’apertura della stampante può sollevare eventuali polveri di toner che sono fuoriuscite dalla cartuccia durante il processo di stampa. La stessa cartuccia e le parti interne della stampante, potrebbero essere sporchi di toner.
La sostituzione del toner è un’operazione sporadica che non ti espone a particolari rischi. Le persone che per motivi di lavoro svolgono frequentemente questa attività (addetti alla manutenzione) sono maggiormente esposte e devono adottare adeguate precauzioni per ridurre il rischio di inalazione. Le precauzioni principali sono le seguenti:
Per ridurre la dispersione di polveri sottili nell’ambiente in commercio si trovano appositi filtri per toner, da applicare sulle griglie di aerazione della stampante. Esistono varie tipologie di filtri, ai carboni attivi e in tessuto, che svolgono efficacemente la loro funzione riuscendo a dimezzare le dispersioni. I filtri ai carboni attivi sono in grado di “catturare” anche le emissioni di ozono.
I filtri si applicano facilmente tramite bordi adesivi e hanno una durata variabile in base al numero di stampe effettuate. Nella confezione viene indicato il numero di pagine stampabili prima che sia necessario sostituire il filtro. Il prezzo di un filtro per una stampante domestica non supera generalmente i 30 €.
Prima di acquistare un filtro è meglio accertarsi che le dimensioni siano adatte alla vostra stampante. I filtri per il toner non sono universali in quanto le griglie di aerazione sono diverse su ogni stampante sia per dimensioni che per posizione.
L’azienda TESA Spa commercializza filtri in tessuto con il nome TESA Clean Air per i modelli di stampante più diffusi. Sul loro sito è possibile verificare la compatibilità dei filtri in base al modello di stampante.